Chiamare i volontari

Un brigata internazionale contro l’Isis

La capacità di reclutamento di giovani occidentali per le file dell’Isis dipendono principalmente dai mandatari dello Stato islamico nei nostri paesi. Sono questi a fornire la principale catena di contatto, tale di dare sufficienti garanzie sul soggetto che viene proiettato direttamente sul campo di battaglia. Vi è solo da ultimare l’addestramento militare che comporta una subordinazione sessuale al proprio istruttore a conferma dell’assoluta sottomissione richiesta dal califfato ai suoi aderenti. Le possibilità di reclutamento per combattere nelle fila dei curdi, invece non esistono. I curdi non si fidano se non della loro etnia. Troppo facile per un occidentale fingersi loro amico ed essere in realtà convertito all’Islam seguace del califfato e tradirli. I curdi sono diffidenti anche per ragioni politiche diplomatiche, la loro causa non si è mai guadagnata le simpatie dei palestinesi, danno fastidio a troppa gente. I loro legami non hanno mai superato le cerchie marxiste leniniste che tra l’altro oramai sono in disgrazia. Se davvero il sindacalista laburista australiano Mattew Gardiner ha raggiunto le loro fila per arruolarsi contro l’Isis, significa che egli gode di alcuni contatti importanti all’interno della comunità curda, o nel Pkk, che possono garantire per lui incondizionatamente. Altri cittadini europei che hanno contattato i curdi per combattere al loro fianco sono stati cortesemente respinti. Però esistono e potrebbero essere utili, soprattutto se i loro governi, si rendessero conto che l’idea di Obama di una guerra lunga 14 anni con l’Isis è un progetto folle. Prima perché l’Issis può contare su un bacino di fedeli in continua espansione, mentre i curdi no. Secondo perché quando si prospetta un conflitto di 14 anni non si può nemmeno immaginare come andrà a finire. L’unica cosa che ci interessa in questa vicenda è che l’Isis venga sconfitto e si impieghino tutti i mezzi possibili e in tempi brevi non biblici. Per cui se l’America e l’Europa non vogliono impiegare i loro soldati, promuovano la formazione di una brigata internazionale di volontari per combattere l’Isis. I curdi sarebbero rassicurati su coloro che la formerebbero, ottenendo sufficienti informazioni e sotto il profilo tattico potrebbero avvantaggiarsi di tanti ex militari con sufficiente esperienza per sostenere un confronto armato. Nei curdi combattono e muoiono ragazze di vent’anni. Duemila, tremila volontari si potrebbero inquadrare nel giro di un anno armare e consentire di raggiungere le postazioni di guerra, che tra l’altro non facilissime per un singolo occidentale che vorrebbe unirsi alla guerriglia. Il modello è la guerra di Spagna, sapendo che questa non si può perdere.

Roma, 26 gennaio 2015